PADDA

(Padda lonchura oryzivora)

(Scheda riassuntiva ed informativa sulla specie presente in Allevamento Nevada; testi e fotografie potrebbero avere fonti varie e molteplici, di libera consultazione)

padda
Padda de Java. Famille des Estrildidés. Ordre : Passériformes

Il Padda (Padda lonchura oryzivora) è un Estrilide molto robusto e adattabile. Originario delle isole di Giava e Bali colonizza ogni territorio a lui favorevole, dai territori boscosi ai giardini cittadini, dai campi di riso alle vette di montagna sopra i 1500m.

Il suo nome in lingua madre significa “Campo di Riso”, infatti quest’alimento è la base del suo sistema nutrizionale.

Ovviamente si nutre in maniera vorace e spesso distruttiva anche di molti altri tipi di vegetali e semi.

I primi allevamenti in cattività di questo splendido uccelli risalgono alla cultura cinese, ma è in Giappone che è nata la prima vera selezione con la “creazione” di ceppi sempre più domestici.

In cattività per allevare il Padda bisogna seguire alcune regole burocratiche; questa specie infatti rientra nella lista CITES.

LATO BUROCRATICO

 Il “CITES” spaventa tutti ed è decisamente noioso; fa parte di un discorso burocratico ed in quanto tale è un pò la spina nel fianco di chi (nel dubbio) non vuole rischiare inutili casini… ma una volta capito come muoversi non crea molti problemi.

La sigla CITES significa “Convention on International Trade of Endagered Species” ed i Padda fanno parte di questa lista (specie protette, nonostante ciò possa esser discutibile); nel dettaglio rientrano nell’allegato B appendice II.

Ciò vuol dire che oltre ad avere un identificativo (anello inamovibile univoco) ogni esemplare deve essere registrato presso il Corpo Forestale dello Stato tramite apposite denunce di Nascita.

Per entrare nel dettaglio e sapere cosa fare per incappare in “errori legali” vi invito a visionare l’articolo apposito -> CITES <- nel menù laterale di destra.

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L’ALLEVAMENTO

Il Padda, tra gli uccelli esotici, non è per nulla da considerarsi un uccello dalla difficile gestione (sorpassato il fattore burocratico); alleva bene la propria prole, è rustico e molto adattabile.

In Allevamento Nevada vengono allevati sia all’interno in gabbie da cova che all’esterno in voliere di “comunità”.

Alcuni esemplari rimangono all’aperto tutto l’anno, inverno compreso. Resistono molto bene al freddo.

(Come la maggior parte degli uccelli si adatta benissimo al nostro clima, il loro più grande problema sono gli sbalzi di temperatura e le correnti d’aria, vento, ecc.. NON il freddo!).

Da sfatare il “Mito” sull’impossibilità della convivenza con altri uccelli esotici… il loro “problema” è il becco con una mascella molto ben sviluppata per tranciare ed aprire anche i semi più duri; una sua beccata è MOLTO dolorosa e dannosa, han una chiusura mandibolare da guinness…

Per questo motivo solitamente si sconsiglia la convivenza con altre specie; tra di loro sanno come comportarsi e le piccole scaramucce si risolvono facilmente.

Pensiamo invece a due canarini che litigano, in genere (ci son sempre casi d’eccezione) si danno qualche beccata più o meno forte, qualche tirata di piuma.

Immaginiamo invece un padda che da una beccata (anche leggera) ad un canarino; come minimo ci si ritrova il canarino con una zampa in meno.

La convivenza è fattibile seguendo regole ben precise:

1) Alimentazione

i Padda mangiano misto esotici, quindi coi canarini dell’esempio di prima han poco a che spartire.

Una chicca per loro è il riso vestito (in semi) oppure le piante di riso immature; infatti “Padda Oryzivora” significa nelle loro terre d’origine “campo di riso”

2) Comportamento

sono abbastanza territoriali, non aggressivi ma san difendere tenacemente i loro angoli.

3) Spazio

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Come accennato prima, i Padda sono animali territoriali ma si adeguano bene e a vivere in colonia ed una volta formate le coppie rimangono tali, non si dividono più ed ogni coppia difende il proprio nido e territorio ( è molto simpatico vedere quando 2 coppie si mettono maschio accanto alla rispettiva femmina in due schieramenti faccia a faccia che bisticciano mostrando petto e becco aperto emettendo un loro classico “mugolio intimidatorio”).

Va benissimo alloggiarli in voliere formate da più esemplari ma deve esserci abbastanza spazio per permetter fughe ai soggetti sottomessi nelle piccole liti.

Mantenendo l’esempio di alloggio in comunità andremo ad inserire i nidi in numero il doppio rispetto alle coppie; di norma una volta scelto un nido non viene più cambiato per tutte le covate di quella stagione. Per evitare bisticci tra le coppie stesse però è opportuno fornir loro una gran scelta.

Una volta formata la colonia, aggiungere altri esemplari spaiati non crea troppi problemi (spazio permettendo); come accennato più volte quando una coppia si forma difficilmente si scioglie ed un nuovo soggetto cercherà sempre con precedenza un esemplare spaiato.

In gabbia invece, “forzando” il formarsi della coppia, andiamo ad eliminare gran parte dei problemi legati al territorio e agli spazi.

Sono uccelli molto rustici, adattabili e prolifici; è quindi opportuno usare dei nidi in legno (o plastica) per cocorite o per esotici molto capienti.

Il dimorfismo sessuale non è molto evidente,  anche l’occhio più espeto può esser tratto in inganno. Il becco e la mole del maschio è spesso maggiore rispetto a quelli della femmina. Il maschio nel periodo dell’estro presenta un contorno occhi color rosso vivo ed il becco forma una sorta di corno superiore molto accentuato al livello delle narici.

In media ogni covata è formata da 4 a 6 pulli. Le uova si schiudono dopo circa 17 giorni.

I nidiacei vengono alimentati da entrambi in genitori con una grande frenesia.

(Ricordarsi di denunciarne la nascita entro 10 giorni).

La loro difficoltà (come uccelli d’allevamento) è priorità degli Allevatori che han intenzione di partecipare a Mostre Ornitologiche.

Un normale appassionato troverà invece nei Padda un ottimo uccello per nulla esigenze, addirittura molto addomesticabile in un contesto familiare, prolifico e con spiccata attitudine all’allevamento della prole.

Un Allevatore invece dovrà seguire percorsi Molto difficili sulla selezione; il loro standard prevede uccelli da strutture molto imponenti ma armoniose allo stesso tempo, un disegno molto preciso del piumaggio e colori molto ben definiti nelle specifiche parti del corpo.

Si sa che più si ricerca la perfezione di determinate caratteristiche più l’allevamento di soggetti seppur rustici come il Padda diventa difficile (esattamente come avviene per un Canarino Giallo o per un Diamante Mandarino da esposizione ed un Canarino Giallo o un Diamante Mandarino da compagnia).

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“SULLE MUTAZIONI DEL PADDA”

(testo del grande stimato amico Sergio Lucarini)


Il Padda come gli altri esotici di comune allevamento è stato interessato da diverse mutazioni.
Storicamente la prima ad essere fissata, attorno al 1800, ad opera di allevatori cinesi e giapponesi è stata la mutazione “Bianco”, un tipo di acianismo comune anche in altri Estrildidi come il Diamante mandarino o il Passero del giappone. Sembra che le prime esperienze di allevamento in Italia di questa varietà risalgano al dopoguerra (Orlando 1959).

Attorno al 1950, in Giappone viene selezionata la variante Isabella (Stainbacher 1957). Mutazione che giunge in Europa negli anni settanta ad opera di allevatori olandesi. Per inciso c’è da segnalare che le concomitanti prime importazioni del Padda di Timor (Padda fuscata) avevano fatto nascere la fantasiosa ipotesi che la nuova varietà fosse frutto di una ibridazione (Radtke 1979), naturalmente i risultati degli accoppiamenti hanno presto dimostrato che il nuovo fenotipo era certamente riconducibile ad una mutazione spontanea con trasmissione recessiva autosomica.

In seguito, mirati incroci con Passeri del Giappone della varietà Rosso bruno, che hanno visto l’ottenimento di prole esclusivamente feomelanica, ne hanno permesso la giusta collocazione genetica con l’inevitabile variazione della denominazione: da Isabella a Feomelanico (De flaviis e Lucarini – “I.O.” n° 3/93).
Sempre all’inizio degli anni novanta è riconducibile sia la comparsa del Topazio, con un primo soggetto esposto alla mostra specialistica “Exotica 1993”, che dell’Opale, scoperto e selezionato dall’olandese W.H.Keijzer.

Dopo l’acquisizione di queste varianti cromatiche ben caratterizzate e riconoscibili, decisamente più contrastata è stata l’accettazione dei mutati Pastello, in alcuni casi declassati in fase di giudizio ad atipici soggetti sbiaditi.

DENOMINAZIONE E STANDARD

Una prima stesura dei “Criteri di giudizio” del Padda risale a circa quindici anni fa. In quella prima edizione erano elencate cinque varietà: Ancestrale (ex Grigio), Topazio, Feomelanico (ex Isabella), Opale e Bianco.
Più recentemente, l’attuale C.T.N., ha aggiornato tali criteri rendendoli più snelli nel formato, arricchendoli con una scheda grafica ed aggiungendo prima la varietà Pastello, poi, recentemente, le due “sesso-legate” Mascherato e Ino.
In sequenza, traslate da tale lavoro, riporto le otto denominazioni ufficiali delle varietà standardizzate con relativa descrizione di massima dell’aspetto fenotipico:

Ancestrale – E’ il Padda chiamato precedentemente “Grigio”, che si presenta nel colore originale senza alcuna mutazione. Disegno e colori base con calotta, gola e collare nero, guance bianche, petto grigio bluastro e ventre violaceo. Il dorso, così come la remiganti è grigio azzurrato, mentre la coda è nera.

Feomelanico – Aspetto generale marrone chiaro, con calotta ruggine scuro, petto e dorso beige chiaro.

Topazio – Aspetto generale simile al feo ma con riflessi grigiastri nel dorso dovuti alla presenza pur se ridotta di eumelanina. La testa è marrone scuro ed il petto beige scuro velato di grigio.

Opale – Aspetto generale grigio azzurrato senza presenza di feo, quindi con totale assenza di tonalità marroni. La calotta è grigio azzurrato scuro.

Pastello – Aspetto generale simile all’Ancestrale ma diluito per effetto della mutazione. Tutte le zone che nell’Ancestrale sono nere si presentano grigio nerastro scuro. Dorso di una tonalità grigia più chiara dell’ancestrale.

Ino – Aspetto generale biancastro per l’effetto della mutazione Ino che inibisce sia la feomelanina che la eumelanina nera lasciando solo un residuo di eumelanina bruna. Nella testa e nella coda, dove tale residuo è maggiore, è presente una colorazione marrone chiaro (beige). Gli occhi sono di un evidente colore rosso.

Mascherato – La notevole carica eumelanica presente nella testa e nella coda di un Padda ancestrale fa si che, nonostante il fattore in oggetto agisca in modo importante verso questo pigmento, tali distretti restino di una tonalità nerastra ben contrastante su un colore di fondo beige grigiastro. Ben visibili devono essere la bavetta ed il collarino, così come lo stacco di colore tra il petto (leggermente grigio) e il ventre (leggermente bruno).

Bianco – Tutti i disegni caratteristici sono completamente annullati dalla mutazione, così come tutti i colori. La risultanza dà un soggetto totalmente bianco senza alcuna infiltrazione melanica.

Queste sono dunque le varietà ad oggi ufficializzate con relative denominazioni, una sequenza che al momento è quella da prendere a riferimento sia da parte degli allevatori che dai giudici nell’ambito delle manifestazioni ornitologiche, siano esse nazionali che internazionali (il nostro schema è stato adottato anche a livello C.O.M.).

Nuova mutazione:
Recentemente, alle mutazioni sopra elencate se ne è aggiunta un’altra sulla quale, per ora, aleggia un discreto punto interrogativo.
Da quello che si è potuto capire si tratta di una mutazione recessiva autosomica che ha il potere di ridurre la feomelanina.
Fino a qui nulla da eccepire, anche perché a tale fattore, dopo Agata, è stata poi attribuita la denominazione Eumo, che sembrerebbe appropriata.
Il problema è che, inseguendo una botta di tecnicismo all’olandese, c’è chi sta accarezzando l’idea di rivederne ancora la denominazione a favore di Topazio.

Foto e testo a cura di Allevamento Nevada.